Giai l'ischis ca impreamus is cookies cumenti totu is àteros. Si ses de acòrdiu serra cust'apolta

Crazy Horse

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Idhoca.com pro is nativus americanus


Noi non abbiamo chiesto a voi uomini bianchi di venire qui. Il Grande Spirito ci diede questa terra perché ne facessimo la nostra casa. Voi avevate la vostra. Non abbiamo interferito con voi. Il Grande Spirito ci affidò un grande territorio per viverci, e bufali, cervi, antilopi e altri animali. Ma voi siete arrivati; state rubando la mia terra, state uccidendo la nostra selvaggina rendendoci difficile la sopravvivenza. Ora ci dite di lavorare per mantenerci, ma il Grande Spirito non ci creò per faticare, bensì per vivere di caccia. Voi uomini bianchi siete liberi di lavorare, se volete. Noi non vi ostacoliamo, e ancora chiedete perché non ci civilizziamo. Non vogliamo la vostra civiltà!Vogliamo vivere come i nostri padri e come i padri dei nostri padri.Crazy Horse




Fabrizio de Andrè faedhat de is indianus americanus e de s'iscoberta de s'Amèrica
"...la terza canzone, sempre della stessa serie "vogliamoci bene", tratta invece di un tentativo di sterminio stavolta purtroppo riuscito quasi fino in fondo. Sto parlando degli indiani d'America. Piccolo massacro dopo piccolo massacro insomma sono riusciti quasi a sterminarli tutti quanti. I pochi che sono rimasti sono in riserve in condizioni abbastanza vergognose. La canzone si chiama Sand Creek e si riferisce ad uno di quei piccoli massacri dove un gentiluomo, un certo colonnello Chivington, con un'accozzaglia di ubriaconi neanche vestiti da soldati, riuscirono a far fuori una cinquantina di vecchi e bambini perché i guerrieri nel frattempo erano andati a caccia del bisonte. Non la vorrei fare tanto lunga anche perché io riesco ad esternare meglio attraverso le canzoni che non attraverso le chiacchere. Voglio soltanto dire però che la sera del 12 ottobre del 1992 non starò certo a brindare al cinquecentenario della scoperta dell'America. Anche perché desidero ribadire e ricordare che non si trattò di una scoperta, casomai di una riscoperta. Perché quando Cristoforo Colombo, con il solito cappello fluente, occhio sognante e piede sicuramente fetente, sbarcò sull'isola di Santo Domingo, c'era una popolazione, quelli che poi sarebbero stati chiamati domenicani ed erano lì da circa venti o trentamila anni, avevano attraversato lo stretto di Bering assieme a tutti quanti gli altri che sarebbero stati chiamati a loro volta indiani. Quindi la sera del 12 ottobre del 1992, almeno per quanto mi riguarda, starò vicino agli indiani e ricorderò insieme a loro quello che loro considerano il giorno del più grave lutto nazionale".